5 luoghi geniali dove la terra parla

Un viaggio tutto italiano nella memoria del nostro pianeta, dove gli elementi si rigenerano e celebrano la propria bellezza

Durante la lunga avventura che mi ha portato a scrivere il mio ultimo libro, “Guida ai luoghi geniali” (Ediciclo Editore), tutto dedicato all’Italia della scienza e della tecnologia raccontata a bambini e non, più volte sono incappato in luoghi straordinari per chi voglia comprendere, o anche solo godere, della storia del nostro pianeta; in altre parole, dei veri libri di geologia a cielo aperto. Siti primordiali e deserti, dove la terra si denuda e racconta le proprie memorie, concedendoci di guardare in profondità, fisicamente e nel tempo, e di riempirci gli occhi con l’incanto dei colori.

Il mio bambino più piccolo ha una vera passione per i minerali (e per gli insetti, le stelle, la geografia, i vulcani, il Dr. House, etc) e questo mi ha spinto ancora di più a cercare e valorizzare le destinazioni del nostro Paese in cui trionfano il nero vetroso dell’ossidiana, il grigiore plumbeo dei calanchi, la luccicanza (oddio! Shining!) delle piriti, la polvere rossa dell’ossido di ferro, il candore delle pomici, il giallo dello zolfo. Oggi ve ne racconto alcuni, rimandandovi al libro – e soprattutto a una gita fuori porta! – per tutti gli altri. Ne ho raccolti e descritti a decine.

1. L’argilla dei calanchi

Mi ha sempre colpito il fascino doloroso di un paesaggio segnato dai calanchi, così comune in Italia eppure così bello in ogni stagione. Sarà che io nei calanchi – aree collinari ricche di argille, segnate da fenomeni di erosione per effetto delle acque – ci sono cresciuto in mezzo. Quando ero bambino, quelli lungo la fondovalle del fiume Panaro, vicino a casa mia, erano teatro di avventure, giochi, scalate, immaginando improbabili fughe da qualche nemico. Una volta, in piena guerra del Golfo, piantai pure una grande bandiera rossa sulla cima di un calanco, che richiamò l’attenzione di una pattuglia di carabinieri solerti. Poi non successe nulla e la bandiera è rimasta là fino a che non è marcita.

Dove trovare i calanchi più belli, magari disseminati di fossili a celebrare un tempo lontanissimo in cui tanta Italia era sotto il mare? Consiglio, in particolare agli appassionati di fotografia, di andare a vedere quelli che circondano Canossa, nell’Appennino Reggiano, dove troverete le vestigia di antichi manieri legati alla mitica figura della contessa Matilde (la bella foto di copertina di questo pezzo, opera di Giorgio Galeotti / commons.wikipedia.org, ben rende il fascino dei calanchi di Canossa); c’è poi il bel Parco regionale dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi dell’Abbadessa, sulle colline bolognesi. Infine, i più belli di tutti, a mio avviso: i Calanchi Lucani, nella zona sud-orientale della Basilicata, che lo scrittore Carlo Levi così descrive:  “argilla bianca senz’alberi e senza erba e da ogni parte non c’erano che precipizi d’argilla bianca, su cui le case stavano come liberate nell’aria”.

2. Parco tecnologico e archeologico delle Colline Metallifere grossetane

Siamo nella zona più meridionale dell’Antiappennino toscano, tra rilievi plasmati nei secoli dalle mani dell’uomo, che dai tempi degli Etruschi ha cercato di mettere le mani sulle considerevoli ricchezze – in termini minerari, s’intende – celate nel sottosuolo. Pirite, blenda, lignite, allume, galena… Uno scrigno di tesori alle porte della Maremma, per cui si è sviluppata una complessa rete di siti industriali, oggi dismessi, le cui fascinose vestigia segnano il territorio: pozzi, teleferiche, linee ferroviarie, depositi di scorie abbandonati e silenziose miniere, calate in un’atmosfera di grande bellezza paesaggistica. Andateci e non ve ne pentirete. I comuni coinvolti nel Parco sono sette: Montieri, Follonica, Roccastrada, Massa Marittima, Scarlino, Monterotondo Marittimo e Gavorrano. Sempre in zona, c’è tutta l’area toscana legata alla geotermia, misteriosa e un po’ spettrale, con la centrale di Larderello (Pisa) – la prima al mondo – il Museo della Geotermia e tutta una serie di siti da non perdere, tra cui il Parco naturalistico delle Biancane, con soffioni, fumarole e sbocchi di vapore coronati da cristallizzazioni di zolfo.

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Foto: commons.wikipedia.org

3. Grotte di Castellana

L’Italia in quanto a grotte non è seconda a nessuno. Pensiamo a quelle friulane o alle Grotte di Frasassi, in provincia di Ancona. Oggi però vorrei citarvi le altrettanto famose Grotte di Castellana, nel territorio del comune omonimo in provincia di Bari. Sono tra le più spettacolari del nostro Paese. La visita si snoda su un percorso di alcuni chilometri tra canyon, laghetti scintillanti, stalattiti e stalagmiti che paiono opera di un artista. La caverna finale, detta “Grotta bianca”, è uno splendore di candide concrezioni, che ne fanno una delle più belle al mondo. Se avete dei bambini con voi, usciti dalle grotte porteli al Parco dei Dinosauri, dove potranno ammirare diverse riproduzioni dei grandi rettili estinti.

Grotte_Castellana_(5) Foto: commons.wikipedia.org

4. Piramidi di roccia del Renon

Gli Altoatesini le chiamano Lahntürme, ovvero le torri delle frane. Sono delle curiosità geologiche uniche nel loro genere, che ricordano in piccolo i camini delle fate in Cappadocia, e derivano dall’erosione di depositi di origine glaciale, con presenza di ghiaia e massi immersi in sedimenti fini ricchi di limo. L’erosione causata dal passaggio delle acque scava via via solchi più profondi, separati gli uni dagli altri da creste aguzze, che lentamente vengono erose. In Alto Adige trovate le piramidi di terra in varie località, ma le più famose sono vicino a Bolzano, sull’altopiano del Renon. Il colpo d’occhio su queste formazioni grigiastro-dorate, che si stagliano nell’azzurro del cielo fra gli abeti, è ovviamente notevole.

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Foto: K. Weise / commons.wikipedia.org

5. Gran cratere della Fossa – isola di Vulcano

Non voglio andare per il sottile: al di là delle amenità di natura geologica, quello che si ammira dal cratere dell’isola di Vulcano, nell’arcipelago delle Eolie, è uno dei panorami più belli del mondo (vi assicuro che ho avuto la fortuna di vedere un po’ di posti). Tra l’altro, questo cratere è probabilmente tra i più accessibili in assoluto: con una bella passeggiata di un’oretta vi trovate sulla cima e potrete percorrerne tutta la circonferenza, godendo di uno scenario “da giù di testa”, come diciamo qui in Emilia. Immaginate un mare color cobalto, puntellato di isole, con Stromboli sullo sfondo e, da parte opposta, la mole dell’Etna di solito incorniciata da qualche nuvola di passaggio. A parte questo, per modo di dire, il Gran cratere della Fossa è celebre per i suoi campi di fumarole, circondanti da bellissimi cristalli di zolfo. Peccato non poterne portare a casa un frammento per ricordo: al di là del fatto che non si può, ci lascereste la mano, data la temperatura dei vapori mefitici. E visto che siamo in tema vulcani e geologia, sull’isola vi aspetta una suggestiva spiaggia di sabbia nera, delle pozze di fango termale tiepidine al punto giusto insieme alla “valle dei mostri”, dove la lava di una vecchia eruzione ha generato strabilianti formazioni di basalto.

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La foto di copertina è di Giorgio Galeotti / commons.wikipedia.org

10 luoghi geniali per le nostre vacanze

Alcune proposte per piccoli e grandi esploratori a casa da scuola

Natale è alle porte e insieme alle feste, finalmente, sono in arrivo anche le vacanze. Se fino al primo di gennaio, più o meno, tra un regalo da scartare e un pranzo da smaltire il tempo di solito è impegnato, prima che l’Epifania “tutte le feste si porti via” rimangono alcuni giorni un po’ più tranquilli, dove magari progettare una gita in famiglia. Chi ha dei bambini, perché non portarli da qualche parte dove possano divertirsi e imparare qualcosa? Il problema è che le giornate sono corte e fa freddo, ma ci sono molte destinazioni al chiuso per trascorrere una bella giornata. Vi riporto alcuni spunti su dove andare, tratti dalla mia “Guida ai luoghi geniali” appena pubblicata da Ediciclo. Se avete dubbi o domande, scrivetemi.

Volandia – Parco e Museo del Volo
(Somma Lombardo – Varese)

Si tratta di uno dei più importanti musei italiani dedicati alla storia del volo, dai primi velivoli a elica ai moderni aerei dotati di motore a reazione, per finire con le missioni alla scoperta del sistema solare. Sono decine i velivoli esposti, tra elicotteri, aerei militari e velivoli storici. C’è anche una ricostruzione del modulo di comando dell’Apollo 16 a grandezza naturale. Insomma: una destinazione perfetta per piloti in erba. Di recente il museo si è arricchito con la collezione di locomotive, tram e funicolari della famiglia Ogliari.  Info: Volandia.

Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni
(Trento)

Rimaniamo con gli occhi all’insù, ma spostiamoci in Trentino. Magari in tanti saranno già in zona a sciare. Prendetevi un paio d’ore per un viaggio indietro nel tempo all’inizio del ‘900, quando per la prima volta si realizzò il sogno di mettere le ali all’uomo. La straordinaria collezione di questo museo comprende diversi aeroplani storici originali di rilievo mondiale, che ripercorrono insieme a documenti e cimeli le storie dei pionieri dell’aviazione e quelle dei piloti durante gli anni della Grande Guerra e fino al secondo conflitto mondiale. Info qui.

MUSME – Museo di Storia della Medicina
(Padova)

Questo meraviglioso museo è dedicato alla storia della medicina nel corso dei secoli. Non aspettatevi niente di macabro – ad esempio i classici feti deformi – o peggio ancora noioso, dato che si tratta di un’esposizione fortemente interattiva, ricca di avvincenti postazioni multimediali con appositi percorsi per i bambini. Si viene accompagnati nella visita da alcune guide d’eccezione, tra cui Galileo Galilei. Voi direte: com’è possibile? Eh, grazie alla tecnologia se ne fanno di cose! Ma non vi rivelo niente. Info qui.

Science Center Immaginario Scientifico
Trieste, Pordenone e Tavagnacco (Udine)

Questo è il principale museo della scienza friulano. Istituito con lo scopo di diffondere la cultura tecnologica e scientifica, è un bell’esempio di museo di nuova generazione, totalmente diverso dai musei tradizionali. Non parliamo infatti di luoghi, magari un po’ tristi e antiquati, progettati per conservare reperti e cimeli, bensì di spazi vivi, multimediali e interattivi, all’insegna della sperimentazione diretta. In parole povere, qui si sperimenta mettendo le mani in pasta, per imparare davvero. Provare per credere. Ecco come.

Museo All About Apple
(Savona)

Sapete dove si trova il più importante museo del mondo dedicato ad Apple? Negli Stati Uniti? No: in Liguria. Ed è nato grazie all’intraprendenza e alla passione di un gruppo di amici che per anni hanno raccolto hardware ovunque, mettendo insieme un patrimonio sterminato. Una destinazione perfetta per amanti del bello digitale, futuri ingegneri e… ragazzi un po’ nerd. Info qui.

Musei Ferrari Experience: Museo Ferrari Maranello & MEF – Museo Enzo Ferrari Modena
Maranello (MO) e Modena

Se amate le rosse di Maranello, prima o poi dovete farvi l’accoppiata dei due musei dedicati alla Ferrari, che trovate naturalmente nel Modenese, cuore della “Motor Valley”: uno in centro a Modena e l’altro attiguo all’azienda del Cavallino a Maranello. La distanza tra i due siti è ridotta e si può fare tutto in una sola giornata. Oltre ad ammirare le divine monoposto da F1 insieme a modelli iconici del marchio, quali la Dino 206 GT del 1967 e la F40 del 1987, ci sono a disposizione diverse esperienze, compresa la possibilità di salire su un simulatore semiprofessionale. Date un’occhiata qui.

Museo di Scienze Planetarie
Prato

Prima di dire che le stelle e i pianeti non vi interessano, fate un salto in questo piccolo ma curatissimo museo dedicato all’astronomia, alla mineralogia e alla geologia. I bambini di soliti rimangono entusiasti! Le collezioni principali sono due: quella dei minerali e quella dei meteoriti e delle rocce da impatto. C’è anche il meteorite di Nantan, che pesa ben 270 chili ed è uno dei più grossi in Italia. Info qui.

Centrale Montemartini
(Roma)

Quello dell’ex Centrale Termoelettrica Montemartini è uno dei musei più particolari al mondo, anche se di solito viene un po’ trascurato dai turisti che visitano Roma, circondati da tanta meraviglia. Negli spazi di questa ex-centrale, il primo impianto pubblico per la produzione di elettricità a Roma, è ospitata parte delle collezioni dei Musei Capitolini. In pratica, accanto a gigantesche caladaie a vapore e marchingegni che paiono mostri, sono esposte varie antichità romane, tra cui statue, epigrafi e mosaici. Un’originale sinergia tra arte e tecnologia. Info qui.

Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa
(Napoli)

Se vi piacciono i treni e siete in giro per Napoli in occasione delle feste, pigliate l’autobus e venite a visitare uno dei più importanti musei italiani dedicati alla strada ferrata. Parentesi: il treno, in Italia, ha iniziato qui la sua epopea, con l’inaugurazione della ferrovia Napoli-Portici il 3 ottobre 1839. Chiusa la parentesi. Dicevamo… Pietrarsa. La collezione occupa sette padiglioni con una superficie espositiva di 36.000 metri quadrati. Troverete tante locomotive a vapore, vagoni, cimeli, macchinari da officina e persino la Carrozza reale S10, realizzata per le nozze tra il principe Umberto di Savoia e la principessa Maria Josè del Belgio. Sembra la stanza di un castello. Info qui.

Planetario Giovan Battista Amico
(Cosenza)

Inaugurato nell’aprile 2019, il planetario di Cosenza è tra i più imponenti e innovativi d’Europa. Si tratta di un gioiello non solo da un punto di vista tecnologico, ma anche di un’elegante opera architettonica. Il planetario è il secondo in Italia, per dimensioni, dopo quello di Milano, e sotto la sua cupola semisferica possono trovare posto 113 persone. Tutti pronti, allora, ad ammirare il cielo in una stanza? Per informazioni sulla visita scrivere a planetario@comune.cosenza.it.

 

10 luoghi dell’Emilia Romagna che devi assolutamente conoscere

Una delle regioni più belle d’Italia in dieci mosse fuori dagli schemi

Come dice il nome, prima di tutto Emilia Romagna significa due mondi in uno. Da un lato le terre celebri per l’eccellenza della gastronomia e le aziende automobilistiche – non per niente parliamo di “Motor Valley” – dall’altro le città di mare, con lo splendore dell’arte paleocristiana a Ravenna e i borghi medievali nel Montefeltro. Al centro, la dotta Bologna, che poi è anche detta la grassa, la goliardica o addirittura “la città delle tre T”: tette, torri e tortellini. Un’anima scapigliata dove nessuno ha mai messo in discussione quel tanto di gola e di lussuria.

Oggi voglio presentarvi 10 luoghi di questa splendida regione che forse ignorate, giusto per darvi qualche motivo in più per venire a conoscerla.

Cipressi e grappoli d'uva, Campiglio. Ottobre 2016 Rid.
Autunno, Vignola – Modena

1) Le colline del Lambrusco

Siamo in provincia di Modena, in quell’unione di Comuni chiamata “Terre di Castelli”. Il paesaggio collinare è dolce e sofferto allo stesso tempo a causa del calanchi che, come cicatrici argentate, irrompono nel verde. Durante il periodo autunnale la zona tra Castelvetro e Savignano sul Panaro si veste dei colori caldi delle vigne, tra rocche medievali e torri. Una meraviglia.

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2) Il borgo dipinto di Dozza

Siamo nel Bolognese. Dozza è un piccolo tesoro d’arte a cielo aperto, uno dei borghi dipinti più belli d’Italia. Passeggiando tra i suoi vicoli acciottolati, si possono ammirare decine di murales e disegni sui muri delle case, risultato di una kermesse biennale di artisti nata negli ’60 e che si tiene tuttora. Un tripudio di fantasia. Non dimenticate di fare un salto nella Rocca Sforzesca, sede dell’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna.

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3) Bobbio

Varrebbe la pena di venire a Bobbio, nel Piacentino, anche solo per vedere il suo ponte vecchio – o ponte Gobbo – sul fiume Trebbia: un’opera che fin dal Medioevo destava l’ammirazione dei tanti pellegrini che si trovavano a passare di qui. Bobbio sorgeva infatti sulla Via degli Abati, o Via Francigena di montagna, un cammino che già in epoca longobarda la collegava con Pavia e Pontremoli.

San Pellegrino in Alpe di Devis Bellucci Rid
Santuario di San Pellegrino e San Bianco – Modena/Lucca

4) San Pellegrino in Alpe

Ci troviamo a oltre 1500 metri di quota e infatti il borgo di San Pellegrino è tra quelli più alti dell’Appennino. Pensate che la zona è divisa in due dalle provincie di Modena e Lucca: il confine taglia proprio il paese, così per metà si trova in Toscana e per metà in Emilia. Il santuario è da sempre frequentato dai pellegrini, che si recano qui per chiedere grazie a San Pellegrino e San Bianco e toccare la croce di faggio, che guarda come una sentinella le Alpi Apuane.

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Torrechiara – Parma

5) Il Castello di Torrechiara

Si trova in posizione panoramica sui primi rilievi dell’Appennino parmense ed è uno dei castelli più scenografici e meglio conservati d’Italia.  All’interno le sue sale presentano splendide decorazioni rinascimentali. L’ambiente più celebre della rocca è la Camera d’Oro, affrescata da Benedetto Bembo nel 1462 con un ciclo di dipinti che sono un inno all’amor cortese. A proposito di amore, pensate che questo castello fu voluto dal conte Pier Maria de’ Rossi come nido d’amore per sé e l’amante Bianca Pellegrini. Quando si dice perdere la testa per una donna…

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6) Il parco del Delta del Po

Gli appassionati di natura e birdwatching devono assolutamente trascorrere un weekend nella Camargue d’Italia, dove il Po si divide in mille rivoli e canali per raggiungere l’Adriatico. Un buon punto di partenza per visitare il parco è la località di Goro, nel Ferrarese, da dove è possibile raggiungere uno degli ultimi ponti di barche rimasti in zona. Oltre ai tanti sentieri, percorribili a piedi o in mountain bike, non perdetevi una gita in barca e la visita dell’Abbazia di Pomposa, risalente al IX secolo, una delle più importanti del nord d’Italia.

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7) La pista ciclabile che collega Ravenna e Cervia

Eccoci nel cuore della Romagna. Fra i segreti più custoditi della zona c’è il percorso ciclabile (perfetto da fare anche a piedi) che collega l’antica capitale dell’Impero Romano d’Occidente con la località di Cervia. Il tragitto tocca il borgo di Classe, dove si trovava il porto romano, e attraversa la pineta omonima, citata anche da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Lo scenario è di una bellezza commovente, con campi di girasole, canali e capanne su palafitte per la pesca. Sembra di essere lontani migliaia di km dal caos della riviera.

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Monteveglio – Bologna

8) L’Abbazia di Monteveglio

Altro tesoro poco noto è questa abbazia nel Bolognese, in Valsamoggia, che domina da un colle la pianura Padana. Dedicata a Santa Maria Assunta ed eretta in stile romanico, fu edificata per volontà di Matilde di Canossa in segno di ringraziamento per la vittoria avuta sull’imperatore Enrico IV. Tutta l’area è inclusa in un parco regionale coperto di boschi, vigneti e prati. Anche qui il paesaggio è segnato dalla presenza dei calanchi.

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Castello di Rossena – Reggio Emilia

9) Il castello di Rossena

Ci troviamo nel comune di Canossa, sull’appennino Reggiano, in una zona ricca di vestigia medievali. La rocca risale probabilmente al 950 ed è stata edificata attorno a una torre più antica, simile a quella vicina di Rossenella. Non lontano si trova anche il castello di Canossa, i cui ruderi, purtroppo, non rendono affatto  l’idea di come doveva essere ai tempi della contessa Matilde. Oggi la rocca di Rossena è visitabile grazie ai volontari di un’associazione del posto, una miniera di informazioni e storie sul luogo (c’è pure la leggenda di un fantasma, ovviamente).

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Spiagga della Bassona – Ravenna

10) La selvaggia spiaggia della Bassona

A tutti quelli che non amano la riviera romagnola, giudicandola cementificata e senz’anima, io dico: Venite alla spiaggia della Bassona, rimasta praticamente come Dio l’ha fatta. Un po’ lo dobbiamo anche agli amici naturisti che in passato l’hanno frequentata con una certa assiduità, allontanando le fauci dell’edilizia. Chi vorrebbe mai una villetta con vista sui nudi fricchettoni? O un albergo, che poi i bambini si scandalizzano? Oggi la Bassona è un ampio tratto di litorale incontaminato che ci parla – con un po’ di tristezza, questo sì – di com’era la costa 50 o 60 anni fa. La trovate vicino a Lido di Dante, in frazione Fosso Ghiaia, una trentina di km da Ravenna. Ci si può arrivare ovviamente, anche da Sud, partendo in questo caso da Lido di Classe.

Il diritto di amare e di essere felici

Negli ultimi giorni, come sempre per la verità, l’odio ha tracimato, dilagando nelle vite reali e in quelle virtuali, dove ognuno – lo sappiamo – spesso riversa non proprio il meglio di sé. In fondo sul web non ci sono occhi da fissare, profumi di cui avere nostalgia, voci amiche, intese che si creano in un abbraccio di sguardi. Ci sono una tastiera e un monitor.

Ci sono stati i vari gay pride e le contromanifestazioni con preghiere di riparazione, e giù odio. C’è stata l’atroce vicenda della Sea Watch, della capitana Carola Rackete ma soprattutto dei migranti, di cui non conosciamo nome e cognome – e giù odio – e adesso la questione del PM che l’ha scagionata. Odio che dilaga. Più che chiedermi quale sia la goccia che ha fatto traboccare il proverbiale vaso, mi sgomenta che ci portassimo sulla testa un vaso già colmo d’odio.

Di solito mi viene da rispondere con una poesia, o con un brano di qualcuno più intelligente di me, la cui lettura spero renda più intelligenti e affabili tutti noi, stemperando l’odio invece di accumularne altro, che poi diventa fiele.

Oggi vi lascio la Costituzione di uno Stato che non esiste. Si tratta della Repubblica di Užupis, tecnicamente un quartiere di Vilnius, in Lituania. Venne “fondata” da un gruppo di artisti e proclamò la propria “indipendenza” il primo aprile 1997. Indipendenza non da uno Stato, ma più che altro da un certo modo di navigare a vista.

Se avete modo di visitare, come me, la Lituania, andateci. Troverete un’altalena per due appesa sotto a un ponte, per dondolarsi accarezzando coi piedi l’acqua del torrente, e parlare; troverete un pianoforte sulla riva del fiume dove fanno il nido gli uccelli, un pianoforte che non suona più, ma ci si può sedere sullo sgabello – ancora per due – e parlare. Troverete una strada con un muro e sul muro la Costituzione della Repubblica, in tutte le lingue d’Europa e pure in latino, perché il testo possa ancora una volta “parlare” non solo a noi, ma alle nostre radici, alla nostra storia comune.

Questa Costituzione non è applicabile, chiaramente, ma non è “buonismo”. Ultimamente, quando qualcuno di noi cerca di parlare ragionando, non con la pancia o con altre parti fondamentali del nostro corpo, ma ad altro deputate, si leva lo strale: “Buonista!”, di chi non ne può più di quella linfa vergine, misteriosa e sacra che più volte ci ha portato a non soccombere al naufragio spirituale.

Costituzione della Repubblica di Užupis

1. Tutti hanno diritto di vivere vicino al fiume Vilnia e il fiume ha diritto di scorrergli accanto
2. Tutti hanno il diritto all’acqua calda, al riscaldamento d’inverno e a un tetto di tegole
3. Tutti hanno il diritto di morire ma non è un dovere
4. Tutti hanno il diritto di fare errori
5. Tutti hanno il diritto di essere unici
6. Tutti hanno il diritto di amare
7. Tutti hanno il diritto di non essere amati, ma non necessariamente
8. Tutti hanno il diritto di essere piccoli e sconosciuti
9. Tutti hanno il diritto di essere pigri e di oziare
10. Tutti hanno diritto di amare un gatto e prendersi cura di lui
11. Tutti hanno il diritto di prendersi cura di un cane fino a quando uno dei due muore
12. Ogni cane ha diritto di essere un cane
13. Un gatto non ha il dovere di amare il suo padrone, ma gli deve essere di aiuto nei momenti difficili
14. A volte si ha il diritto di non conoscere i propri doveri
15. Tutti hanno il diritto di avere dei dubbi, ma non è un dovere
16. Tutti hanno il diritto di essere felici
17. Tutti hanno il diritto di essere infelici
18. Tutti hanno il diritto di tacere
19. Tutti hanno il diritto di credere
20. Nessuno ha il diritto di usare violenza
21. Tutti hanno il diritto di essere consapevoli della propria pochezza e della propria grandezza
22. Nessuno ha il diritto di pretendere l’eternità
23. Tutti hanno il diritto di capire
24. Tutti hanno il diritto di non capire nulla
25. Tutti hanno il dirittto di appartenere a qualunque nazionalità
26. Tutti hanno il diritto di celebrare o non celebrare il proprio compleanno
27. Tutti devono ricordare il proprio nome
28. Tutti possono condividere ciò che posseggono
29. Nessuno può dividere ciò che non possiede
30. Tutti hanno il diritto di avere fratelli, sorelle e genitori
31. Tutti possono essere liberi
32. Tutti sono responsabili della propria libertà
33. Tutti devono poter piangere
34. Tutti hanno il diritto di essere fraintesi
35. Nessuno ha il diritto di rendere colpevole il prossimo
36. Tutti hanno il diritto di essere se stessi
37. Tutti hanno il diritto di non avere diritti
38. Tutti hanno il diritto di non avere paura
39. Non vincere
40. Non contrattaccare
41. Non arrenderti

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